Possibile estensione dell’uso della fatturazione elettronica anche alle operazioni commerciali B2B

news_image_325 Settembre 2014

La possibile estensione futura dell’uso della fatturazione elettronica anche alle operazioni commerciali B2B (“business-to-business”) è uno degli elementi emersi il 24 settembre 2014 dall’audizione del direttore dell’Agenzia delle Entrate alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria.

Di seguito se ne riporta un estratto con alcuni passaggi di rilievo in merito alla fatturazione elettronica, la cui fonte è nel documento pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, consultabile cliccando qui.

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“L’Agenzia delle Entrate, in coerenza con questo percorso, ha realizzato e resi operativi il SID (Sistema di Interscambio Dati), attraverso cui transitano le informazioni provenienti da enti esterni (ad esempio banche, assicurazioni, fornitori di utenze domestiche) e il sistema di interscambio per la fatturazione elettronica verso la PA.

Quest’ultimo, in particolare, che facilita la comunicazione tra i privati e le Pubbliche Amministrazioni attraverso un unico nodo, si ritiene possa costituire un valido modello funzionale e architetturale da estendere anche ad ambiti diversi. Al medesimo modello, infatti, si ispira anche il nodo dei pagamenti alla Pubblica Amministrazione previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale e gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale.

Per consentire una ripresa dell’economia è necessario agire perseguendo finalità di semplificazione con la riduzione degli adempimenti contabili e fiscali a carico dei contribuenti.

In tale direzione vanno considerate le già descritte disposizioni dell’art. 9 della Legge n. 23/14 (delega fiscale) che prevedono una riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti, l’utilizzo della fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi, lo sviluppo dell’utilizzo di mezzi di pagamento tracciati con il riconoscimento, ai fini fiscali, di costi, oneri e spese sostenuti, e prevedendo disincentivi all’utilizzo del contante, nonché incentivi all’utilizzo della moneta elettronica.

Fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione, e successiva  estensione del progetto anche alle amministrazioni locali e alle Asl: valenza dello strumento anche ai fini del contrasto delle evasioni fiscali

Il legislatore ha quindi inteso inquadrare l’utilizzo della fattura elettronica all’interno di una strategia più ampia da attuare nei confronti dei contribuenti Iva, al fine di perseguire finalità di semplificazione e parallelo rafforzamento dei sistemi di controllo. Tale strategia appare basata sull’idea di impiantare una trasmissione telematica generalizzata dei dati delle operazioni rilevanti ai fini Iva (mediante anche la trasmissione telematica dei corrispettivi e la tracciabilità dei pagamenti) per processarli tempestivamente in modo automatizzato.

Questo orientamento è in linea, peraltro, con gli indirizzi Ocse per la spinta alla tax compliance dichiarativa soprattutto delle Pmi, mediante la strutturazione di un rapporto di collaborazione pre-dichiarativo basato proprio sul flusso informativo delle operazioni commerciali che sono alla base della contabilità delle aziende.

L’Agenzia già gestisce, attraverso il suo partner tecnologico Sogei, il Sistema di Interscambio attraverso cui oggi i contribuenti Iva trasmettono le fatture elettroniche alle Pa e, anche se il Dm n. 55/13 consente all’Agenzia di utilizzare tali dati solo ai fini statistici per fornirli alle strutture del Ministero dell’Economia e delle Finanze ai fini del monitoraggio della spesa pubblica, con pochi interventi normativi l’infrastruttura creata per gestire il processo di fatturazione elettronico verso la PA potrebbe essere anche utilizzato per veicolare tutte le fatture scambiate anche nell’ambito del B2B, in modo da acquisirne le informazioni rilevanti ai fini fiscali e superare una serie di adempimenti che oggi gravano in capo alle imprese e ai professionisti (si pensi ad esempio alla comunicazione dello “spesometro” prevista dall’art. 21 del Dl n. 78/10).

Infine, oggi già esistono e sono diffusi una serie di strumenti tecnologici che consentirebbero una concreta adozione generalizzata della tracciabilità dei pagamenti almeno nell’ambito delle operazioni B2B. Se si pensa che in questo ambito le operazioni commerciali sono, salvo casi particolari, sempre rappresentate dallo scambio di una fattura e che la spinta all’adozione della fattura elettronica efficienterebbe realmente le imprese ove l’intero ciclo dell’ordine (dalla nota d’ordine sino appunto al pagamento) fosse dematerializzato e integrato in contabilità, si può facilmente intuire che tanto le imprese quanto gli istituti di credito e, direi, l’intero sistema Paese avrebbe solo vantaggi ad adottare questi processi.

L’Agenzia delle Entrate, in forza delle disposizioni contenute nel Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze dell’8 marzo 2008, gestisce il Sistema di interscambio (di seguito anche Sdi), istituito dalla Legge n. 244/2007 (art. 1, comma 211) ed è deputata:

  • al presidio del processo di ricezione e successivo inoltro delle fatture elettroniche alle Amministrazioni destinatarie;
  • alla gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica.

Il Sdi intermedia la trasmissione delle fatture elettroniche destinate alle PA ed emesse da circa 2 milioni di operatori economici residenti in Italia. Le modalità di funzionamento sono definite dal Decreto interministeriale n. 55 del 3 aprile 2013.

Il costo di realizzazione del Sistema è stato di poco superiore ai 2,6 milioni di euro; l’impegno per la conduzione è di circa 0,5 milioni di euro/anno. Nel periodo che va dal 6 giugno 2014 al 17 settembre 2014, il Sistema ha correttamente gestito più di 550.000 file fattura. La digitalizzazione del processo ha permesso di rilevare ambiti di miglioramento dei processi di gestione delle fatture e, più in generale, del ciclo di approvvigionamento delle singole Amministrazioni.

 A tre mesi dalla partenza si registra un trend positivo del periodo transitorio, in questo senso è emblematica la riduzione dell’incidenza degli scarti per errori formali sul totale dei file ricevuti: 40% dal 6 al 30 giungo 2014; 26% dal 1 al 31 luglio 2014; 19 % dal 1 al 31 agosto 2014. Complessivamente, dal 6 giugno al 17 settembre i file scartati rappresentano il 23% di quelli ricevuti.

 Quali possibili scenari futuri, si segnala che eventuali modifiche normative che estendessero l’obbligo di fatturazione elettronica alle operazioni commerciali e permettessero di sfruttare il patrimonio informativo veicolato dal Sdi, fornirebbero uno strumento potente per migliorare il contrasto all’evasione e il rapporto con i contribuenti.”

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